Roman Theater of Nicopolis

La nostra esperienza in Grecia non si è limitata solo alle incantevoli spiagge con il loro mare cristallino, ma ha incluso anche un tuffo nella cultura, nella storia antica e nelle leggende affascinanti. Una delle tappe più memorabili è stata la visita alle rovine di Nikopolis, situate vicino a Preveza.

Nikopolis è una città fondata dall’imperatore romano Ottavio Augusto nel 31 a.C. per commemorare la sua vittoria su Antonio e Cleopatra in una battaglia navale epica e suggestiva. Questa battaglia, ricca di contorni leggendari, è stata decisiva per l’instaurazione del potere di Augusto. Le rovine del teatro sono affascinanti, capaci di riportarti indietro nel passato e di farti riflettere su cosa può fare l’uomo.

Il profumo che circonda le rovine ha quel gusto di antico, come le pagine di un libro chiuso da anni. Le rocce sono di uno spessore notevole, testimoniando la grandiosità e la solidità delle costruzioni di quell’epoca che resistono ancora oggi alle intemperie del tempo, all’erosione e a qualsiasi calamità, come se fossero sorrette dagli Dei per rimanere lì.

Passeggiare tra questi resti storici ci ha permesso di immaginare la grandezza della città nei suoi giorni di gloria e di apprezzare la straordinaria eredità culturale che la Grecia conserva.

La Grecia è piena di queste rovine, così come di castelli e musei. Se pensate di andare in Grecia, fate un salto in questi luoghi sparsi per tutto il territorio greco. Rivivete la storia che avete solo letto nei libri: l’immaginazione che vi trasporta lontano, solo stando lì ad ammirare, è tutta un’altra cosa. Passeggiare tra queste testimonianze del passato e sentite la storia in modo vivo e tangibile. Non c’è niente di comparabile al trovarsi fisicamente in questi siti storici e culturali e viverli con la vostra anima.

Laura R.and Chri N.

Alonaki

Altro giro di boa , altra bellezza incontrata sulla costa della Grecia.

Dopo aver esplorato Acheronte e Perga, ci siamo ritrovati in questo piccolo paradiso. Ogni strada che porta verso il mare è un buon pretesto per fermarsi. Questa volta non avevamo selezionato nessuna meta specifica, ma avevamo deciso di non passare tutto il nostro tempo sulla stessa spiaggia vicino alla casa che avevamo trovato in affitto. Così, dopo esserci svegliati, abbiamo fatto colazione e ripreso la macchina. Ci siamo alla fine fermati alla Conca di Alonaki Fanariou. Non è molto frequentata dai turisti, anche perché per raggiungerla bisogna seguire un sentiero che si snoda tra gli uliveti, ma quello che appare dopo ti lascia senza parole con una vista mozzafiato sulla baia. La sua bellezza è affascinante, circondata da un’abbondante vegetazione in contrasto con le acque turchesi. Mio figlio rimase incantato da questo pezzo di paradiso; ogni suo muscolo sprizzava gioia, il suo viso cambiò espressione, illuminato dai raggi del sole. Il suo sguardo era perso nella meraviglia del paesaggio, mi fece una tenerezza incredibile. Si girò verso di me e mi disse: “Mamma, è stupenda”. Non vedeva l’ora di buttarsi in acqua. Le acque erano calme e trasparenti, riflettendo la tranquillità che le circondava. Questa conca era un rifugio ideale per chi, come noi, ricercava un’esperienza lontana dalle mete turistiche più affollate. E’ stata un’altra giornata fantastica che ci ha regalato momenti indimenticabili. Anche questo posto ci ha lasciato un segno indelebile nei nostri cuori. Credo che mio figlio un giorno quando sarà grande ci ritornerà per far si che il ricordo e questa bellezza non sparisca mai. Se anche voi state pianificando un viaggio in Grecia, partite per l’avventura, non lasciatevi condizionare da mete più affollate, ma scoprite la bellezza nascosta di qualsiasi posto che vorrete visitare.

Laura R and Chr N.

Parga

Il nostro viaggio verso Praga inizia all’alba, con un cielo chiaro e senza nuvole. Dopo l’avventura sul fiume Acheronte, io e mio figlio abbiamo deciso di proseguire il nostro viaggio, pieni di energia e vitalità. Abbiamo impostato il navigatore sulla piccola città di Parga, un po’ ansiosi per il viaggio che ci accingevamo a fare lungo la costa. La strada cominciava a srotolarsi davanti a noi come un nastro infinito. Devo dire che fu piacevole guidare lungo la costa; la strada era formata da rettilinei e curve continue, senza soste. Non abbiamo trovato neanche semafori, ma solo incroci per chi voleva raggiungere il mare sottostante.

Abbiamo attraversato paesaggi pittoreschi con poche case immerse nelle colline verdeggianti e piccoli borghi che sembravano usciti da una cartolina. Mi sembrava di rivivere il viaggio fatto l’anno prima in Sardegna. Ogni tanto, facevamo una sosta per sgranchirci le gambe ed esplorare con i nostri occhi le bellezze circostanti.

Mentre ci avvicinavamo alla nostra meta, l’architettura e l’atmosfera cambiavano gradualmente. Le case diventavano più colorate e ornate, e i tetti rossi iniziavano a farsi più frequenti. Dopo circa un’ora e mezza di viaggio, vediamo finalmente il profilo di Parga all’orizzonte. Appena arrivati, siamo stati subito colpiti dalle case dai colori vivaci che si arrampicavano su una collina verdeggiante, affacciata su un mare turchese e cristallino.

Le stradine erano strette e acciottolate, fiancheggiate da negozietti artigianali locali, piccole ma accoglienti caffetterie e ristoranti dove abbiamo potuto degustare la cucina greca. Siamo rimasti molto affascinati anche dal castello di Parga, situato in cima alla collina e visibile anche dal centro della città. Salendo a piedi o in macchina, si può ammirare non solo tutta la città e il mare, ma anche la piccola isola di Panagia, con la sua chiesetta bianca che sembrava galleggiare come una nave sull’acqua.

Io e mio figlio abbiamo fatto un bel bagno nel mare cristallino e, nonostante l’età di mio figlio, siamo riusciti a nuotare fino all’isola che vedete nella foto. Non è difficile arrivarci, anche perché il mare è talmente cristallino che si può vedere tutto senza bisogno degli occhialini. Ci siamo riposati un po’ sull’isola e poi siamo tornati indietro.

Il viaggio è stato incredibile, pieno di scoperte e momenti indimenticabili. Parga ci ha regalato ricordi che custodiremo per sempre, sia nel cuore che nella mente. Ci ha regalato la bellezza, che pensiamo che esista solo in alcuni posti, ma non è cosi. Il luogo, le persone e i dintorni rendendo ogni sforzo e chilometro percorso più che gratificante. Sarebbe secondo il mio punto di vista una bella location per qualche film d’avventura e per l’inizio di un qualche romanzo fantasy. Il castello di Parga ti fa immaginare…

Laura R. And Christian N.

Acheronte

L’Acheronte, un fiume che scorre nella regione dell’Epiro, nel nord-ovest della Grecia, lungo circa 58 km e che sfocia nel Mar Ionio, è famoso per essere legato alla figura mitologica di Caronte, il traghettatore delle anime nel mondo dei morti. Secondo la leggenda, Caronte trasporta le anime dei defunti attraverso questo fiume, uno dei cinque fiumi degli inferi insieme al Cocito, lo Stige, il Flegetonte e il Lete. Chi ha letto la Divina Commedia ricorderà che Caronte appare nel terzo canto dell’Inferno, descritto come un vecchio dai capelli bianchi e occhi di brace. Caronte richiede un obolo (una moneta) come pagamento per il passaggio, motivo per cui i morti venivano seppelliti con una moneta sotto la lingua o sul petto. Senza il pagamento, le anime sarebbero state condannate a vagare lungo le rive del fiume per cento anni. Dante riuscì ad attraversarlo anche se era ancora vivo, grazie all’intervento di Virgilio, la guida di Dante, che dice a Caronte che il viaggio è volontà di Dio.

Quando lessi la Divina Commedia, immaginavo l’Acheronte come un fiume cupo e minaccioso, circondato da alberi spogli senza vegetazione e con acque orrende e puzzolenti. A luglio decisi di andare in Grecia per vederlo con i miei occhi, evitando le solite isole turistiche affollate. Atterrai a Preveza e da lì raggiunsi con una macchina a noleggio Pidima Kiras, un piccolo villaggio a Kastrosykia sulla costa, con un mare cristallino e spiagge enormi e libere. Raccontai ai miei amici dove avevo deciso di alloggiare, ma nessuno sapeva dove fosse. Non era un posto molto conosciuto, infatti, non vidi molti turisti, ma solo persone del posto, molto gentili e cordiali, che mi insegnarono alcune parole greche. Il fiume distava solo un’ora di macchina.

Arrivai all’Acheronte e parcheggiai sotto degli alberi. Quello che trovai davanti a me era spettacolare. Entrai nella zona con l’insegna del fiume; sulla destra c’era un piccolo albergo in legno simile a quelli di montagna, mentre sulla sinistra persone preparavano barche per rafting e kayak. Percorsi i sentieri lungo il fiume, esplorando le gole, le sorgenti e i paesaggi circostanti. La bellezza di quei paesaggi pieni di fauna e flora, e soprattutto la limpidezza del fiume, mi diede un senso di pace e tranquillità mai provato prima. Il silenzio, rotto solo dal rumore delle mie scarpe, rendeva quel posto paradisiaco invece che infernale. L’acqua era gelata, ma c’erano persone temerarie che facevano il bagno. Provai anche io a immergere i piedi, ma il freddo era insopportabile.

Dopo oltre tre ore di cammino, decisi di provare il rafting. Fu un’esperienza straordinaria: il cuore batteva a mille, il percorso era stupendo e l’istruttore fantastico. Dopo 20 minuti di rafting, tornai alla macchina accompagnata dagli istruttori e altri turisti. Tornando a Pidima, riflettei su quanto fosse sorprendente l’Acheronte. Non c’era nulla di infernale o spettrale, ma solo una meraviglia che spezzava il fiato e rianimava l’anima. Se volete visitare l’Acheronte, ve lo consiglio vivamente: un luogo di pace e bellezza, lontano dalle leggende, lontano da ogni immaginazione spettrale, lontano dalle mete turistiche e dal caos che ne deriva.

Laura R.