Sirmione

Sirmione is a small town located in northern Italy, on the southern shore of Lake Garda in the Lombardy region. It is renowned for its historical significance, charming old town, and stunning natural beauty. In this beautifull town you can visitate the Rocca Scaligera which is medieval fortress that dominates the entrance to the town and it is surrounded by water, the castle offers breathtaking views of the lake and the town from its towers. Moreover you have to visit the Grotte di Catullo. These are the ruins of an ancient Roman villa, believed to have been a retreat for the poet Catullus. From the ruins around you can have a beautifull view of Lake Garda. For you relaxing you can take appointement to thermal bath, which are rich in minerals and said to have healing properties. Sirmione have a wonderfull old center rich in restaurant with fresh food and you can walk along the Lake. I hope my rewiev of Sirmione make you visit it.

LR

Umanità

Vedo la cattiveria di ogni genere, sul fisico, sui vestiti su ogni cosa che non piace. Mi chiedo sempre perché la gente giudica, perché si giudicano le persone senza conoscerle. Si giudica sempre, sia per antipatia inconscia sia per moda. Sui social sopratutto si giudica sempre ma io mi chiedo perché? Qualcuno ha il coraggio di dire che in democrazia tutti possono esprimere il proprio pensiero. Ma la democrazia è una cosa ben diversa. In democrazia si porta avanti un proprio pensiero, si cerca il dialogo, una costruzione, un confronto, parole che hanno valore, senza offendere per qualsiasi cosa futile e soggettiva. È dalle elementari che si vuole insegnare ai bambini cosa sia l’empatia, quanto sia brutto giudicare ecc. E poi vai sui social è leggi un sacco di cattiverie. Io vorrei chiedere scusa alla nuova generazione. Noi vi abbiamo dato un mondo in rovina, con problemi ambientali, cambiamenti climatici, politiche scellerate e cattiverie che potete leggere sotto ogni post che guardate.. che sia istangram tik tok ecc non cambia nulla e pur sempre la fine dell’ umanità. Ma forse è stato Dio a dire che non sarà lui a far scomparire il mondo ma l’umanità ci penserà da sola.

LR

Sorriso

Ti alzi al mattino accenni un sorriso, non hai voglia di correre, vorresti solo dormire. Ti lasci trasportare, la quotidianità ti fa star male. È un altro giorno ma quanto simile a quello trascorso ma non importa perché sei vivo e ti rendi conto che un giorno non vale come un altro e anche quel sorriso ha un sapore diverso, adesso corri perché alla fine è il tempo a non fermarsi.

Sorridi.

La storia di Nerino pag 6

Nerino si teneva stretto a quell’uomo dall’animo buono, mentre si dirigevano insieme verso una bancarella di salsicce fresche. L’odore era inebriante, ma non quanto la donna che, senza preavviso, li colpì con un calcio. Reis si fermò, tranquillo: “Ciao, Desi. Posso chiederti una salsiccia per questo bel gattino?”

Desi lo fissò con uno sguardo severo. “Adesso so il tuo nome”, pensò Nerino, “prova a cacciarmi ancora, se hai il coraggio.” La situazione divertiva il gattino, e il suo malessere si trasformò in una piccola vittoria interiore.

Desi sbuffò, visibilmente infastidita. “Ora ci manca solo che dai da mangiare ai gatti randagi, come se non ci fossero problemi più grandi”, commentò.

“Perché questo astio verso animali innocenti che cercano solo un po’ d’amore per sopravvivere?” replicò Reis con calma. Nerino sentì quella domanda con un senso di sollievo, come se qualcuno finalmente capisse il suo piccolo dramma quotidiano.

Desi scosse la testa. “Non credo che questo ci conduca a una vita migliore, noi cittadini. La libertà che hanno loro, noi ce la scordiamo. L’amore che possono dare, noi ce ne dimentichiamo. Forse sono loro a vivere meglio di noi”, ribatté, con un pizzico di amarezza nella voce.

Reis rimase per un attimo in silenzio, osservando la donna. Poi, con un sorriso, disse: “Comunque, ti pago la salsiccia, così evito di buttare soldi in cose inutili.” Fu così che Reis ottenne la salsiccia, e Nerino finalmente il suo pasto.

Fu così che si allontanarono insieme da quel luogo senza anima.

La storia di Nerino pag 5

Reis conosceva bene le persone del villaggio e si muoveva disinvolto tra le bancarelle. Nerino vide che si fermò davanti a un fruttivendolo. ‘Come va oggi, Reis?’ chiese un giovanotto intento a sistemare la verdura. ‘Come tutti i giorni,’ rispose Reis.” Come tutti i giorni, la mattina era per lui una tragedia. Alzarsi era diventato un peso insopportabile. Le azioni mattutine si erano trasformate in una routine meccanica, prive di significato, tanto inutili quanto i gesti e le parole di circostanza. Quando era bambino, però, non era così. Non lo era nemmeno prima, prima che l’abisso lo inghiottisse. Allora si alzava ogni giorno con uno spirito diverso. Ogni giornata, ogni cosa, ogni odore erano nuovi per lui. “Vorrei un gelato, fresco e dolce come te, mamma,” ricordò, mentre ascoltava un giovanotto pieno di vita parlargli. Nel frattempo, Nerino, tra uno slalom e l’altro tra le gambe dei passanti, si avvicinò a Reis. L’uomo lo vide e, con un gesto istintivo e innocente, lo prese subito in braccio. “Ciao, caro amico mio,” sussurrò con un sorriso, sentendo un calore familiare scaldargli il cuore. Nerino lo guardò con occhi spalancati, sorpreso da quell’affetto spontaneo, così raro nella vita di un gatto randagio.”Che sorpresa vederti lontano dal tuo habitat,” continuò Reis, accarezzando il morbido pelo di Nerino. “Ci scommetto che sei affamato.” Il giovanotto, che stava osservando la scena con un misto di curiosità e stupore, si affrettò a cercare qualcosa da offrire al gatto. “Mi spiace,” disse poi, “non ho nulla che posso dargli, solo verdure.”Tranquillo, non importa,” rispose Reis con un sorriso splendente. “Gli comprerò qualcosa in una bancarella più avanti.” Con Nerino ancora tra le braccia, si diresse verso altre bancarelle, mentre il giovanotto li osservava allontanarsi, colpito da quella strana ma affettuosa compagnia.

La storia di Nerino pag 4

C’era un gran trambusto nella piazza del paese quella mattina. “È un giorno di festa,” pensò Nerino, che si era svegliato molto presto. I commercianti erano in fermento, impegnati a preparare le bancarelle colorate che esponevano ogni sorta di merce, come frutta fresca, dolci e cibo.L’odore delle salsicce e del pesce fresco gli faceva venire l’acquolina in bocca, per non parlare del profumo invitante delle focacce appena sfornate. Nerino, cercando di non farsi notare, si accucciò sotto una bancarella, intento a guardare le bandiere e i festoni colorati che sventolavano dai balconi delle case. All’improvviso, un trambusto di urla e canti lo fece sobbalzare, mentre il suo pancino iniziò a brontolare come una pentola a pressione.

“Devo mangiare,” pensò. “Vado a far le fusa alla signora delle salsicce, magari oggi è di buona vena,” continuò tra sé e sé. Tuttavia, un ricordo gli attraversò la mente: quella signora non era mai stata gentile con lui. Gli venne in mente quando, con una scopa, lo aveva cacciato via. Nerino esitò per un momento, ricordando il giorno in cui la signora lo aveva scacciato con la scopa. Era stata una giornata simile a quella: la piazza piena di gente, l’odore del cibo che riempiva l’aria, e lui, affamato, si era avvicinato troppo alla sua bancarella. Il ricordo della scopa che si agitava davanti a lui era ancora vivido, e per un attimo pensò di rinunciare e cercare cibo altrove.Ma il brontolio del suo stomaco era troppo forte per essere ignorato. “Forse oggi sarà diversa,” pensò, cercando di convincersi. “Dopotutto, è un giorno di festa.” Si mosse lentamente, cercando di non attirare l’attenzione, e si avvicinò alla bancarella della signora delle salsicce. Iniziò con le fusa che erano il suo unico asso nella manica, e sperava che questa volta funzionassero.Quando raggiunse la bancarella, si accucciò ai piedi della signora, sfregandosi delicatamente contro la sua gamba. La donna, intenta a posare le salsicce, abbassò lo sguardo e lo vide. Nerino, pieno di speranza, continuava a fare le fusa, cercando di attirare un po’ di compassione. Ma quello che successe lo fece rattristare profondamente. “Vattene di qua, devi stare lontano, arrivano clienti!” gridò la donna, prima di scacciarlo brutalmente con un calcio, come se fosse un sacco di patate.Ferito nel corpo e nell’anima, Nerino emise un piccolo, doloroso miagolio, mentre si allontanava con la coda tra le gambe, tremante e sconsolato. All’ improvviso, il suo cuore affranto e triste riprese a vibrare di speranza quando vide spuntare da un vialetto non lontano da dovere era lui la sagoma di Reis.

Be continued

La storia di Nerino pag 3


Dopo un attimo di silenzio, l’anziano signore si voltò verso Nerino e lo accarezzò di nuovo. “Caro amico mio, volevo solo dirti, prima di andarmene, che mi chiamo Reis,” disse con voce tremante. I suoi occhi brillavano come il sole al tramonto, pieni di una dolce malinconia. La sua mano, tremante per l’età, lasciò cadere un pezzo di pane sulla panchina.

Nerino lo guardò, incerto se quel pane fosse per lui o se Reis l’avesse portato per qualcun altro. Reis si alzò in piedi con grande difficoltà, ogni movimento richiedeva un enorme sforzo. La luce del giorno stava svanendo, e Reis fece un cenno con la testa. “Mi sta salutando,” pensò Nerino. “Forse domani tornerà e passerà ancora un po’ di tempo con me.”

“Sappi che, anche se è poco, se vuoi mangiare il pane, puoi farlo,” disse Reis, fissando Nerino con uno sguardo affettuoso.

Nerino osservò l’anziano allontanarsi lentamente. La sua sagoma si dissolveva gradualmente come il giorno che cede il passo alle stelle della sera. Nerino, invece di mangiare il pane, si ritirò nel suo nascondiglio, lasciandolo per qualche uccellino affamato, pensando che alla fine non c’era solo lui.

Accucciato nel suo lettino di cartone, Nerino ripensò a Reis, sperando che il loro incontro non fosse stato l’ultimo.

C’era qualcosa in Reis che lo emozionava profondamente, qualcosa di unico che lo rendeva speciale, come le goccioline d’acqua che si fondevano con il suo viso, tracciando sentieri di vita e ricordi.

“Spero di rincontrarti” mormorò Nerino, chiudendo gli occhi si addormentò con quel pensiero pieno di speranza.

To bbe continued


La storia di Nerino pag 2

Nerino si avvicinò a quell’uomo anziano come se volesse esaminare da vicino quelle gocce d’acqua che scendevano dai suoi occhi. Non erano come le gocce d’acqua che aveva visto sui volti dei bambini che strillavano e urlavano per essere caduti. L’uomo teneva ancora il pane nella sua mano e gli occhi fissi all’orizzonte. In un attimo si voltò e fissò Nerino che, colto di sorpresa, si fermò immobile.

L’uomo, con gli occhi ancora lucidi, guardò Nerino davanti a sé.

“Anche tu sei solo?” chiese l’uomo, la voce appena un sussurro. “Vaghi con la tua solitudine in mezzo al mondo?”

Nerino lo fissò coi i suoi occhi gialli e piano piano si avvicinò per sentire ancora una volta la voce dell’anziano. Per la prima volta non sentiva il desiderio di scappare, non aveva paura. L’uomo si chinò verso Nerino e si lasciò sfuggire un lieve sorriso triste. “Siamo in due allora,” disse, accarezzando con delicatezza la testa di Nerino. “Forse è vero viviamo nella solitudine anche se siamo in mezzo a una marea di persone” continuò l’ anziano signore.

Nerino sentì un senso di amore in quella carezza, qualcosa che solo la sua mamma gli aveva fatto provare quando era piccolo: una sensazione pura di essere amato. Per ricambiare il gesto, Nerino strisciò il muso contro la mano dell’anziano.

“Vorrei presentarmi,” pensò il gattino, “io sono Nerino. Mia mamma mi ha chiamato così per via del mio colore e mi diceva spesso: ‘Nella notte scompari ed è un bene, ma durante il giorno stai attento, perché non a tutte le persone piace un gatto nero. Nerino si rese conto che, per quanto volesse comunicare, non poteva in nessun modo parlare con l’anziano.

L’uomo sospirò, poi, con un piccolo gesto d’amore, prese Nerino in braccio e lo mise vicino a lui sulla panchina.

“Non so se questa sensazione di essere perso mi abbandonerà mai,” continuò l’uomo, quasi parlando a sé stesso. “Ma forse, per un momento, possiamo farci compagnia.

Be continued..

One-Time
Monthly
Yearly

Make a one-time donation

Make a monthly donation

Make a yearly donation

Choose an amount

€5.00
€15.00
€100.00
€5.00
€15.00
€100.00
€5.00
€15.00
€100.00

Or enter a custom amount


Your contribution is appreciated.

Your contribution is appreciated.

Your contribution is appreciated.

DonateDonate monthlyDonate yearly

La storia di Nerino

Questa è la storia di Nerino, un gattino randagio che ha scoperto l’amore durante il suo viaggio nella vita. Nerino vagava per le strade di una piccola città italiana, alle porte di un piccolo porto di pescatori. La sua vita era una continua lotta per la sopravvivenza. Da quando era piccolo e la mamma fu portata via dalla strada dovette imparare in fretta a cercare cibo, un riparo sicuro e stare alla larga dai pericoli.

Nerino aveva un bellissimo manto nero come la notte senza luna, con occhi così luminosi che riflettevano le luci del porto. Le sue giornate erano scandite dalla ricerca incessante di cibo e da brevi momenti di riposo in angoli nascosti, lontano dagli sguardi curiosi e dalle mani poco gentili. La vita per lui era un continuo equilibrio tra il bisogno di sopravvivere e la solitudine che si era ormai abituato a sentire come una vecchia amica. Durante la notte si rifugiava dentro una barca, sotto un sedile in legno abbastanza robusto che gli offriva un riparo sicuro dalle piogge improvvise e dal vento che soffiava in continuazione dal mare. Era lì che Nerino trovava un pò di pace, chiudendo gli occhi si lasciava cullare dal suono delle onde e nei suoi sogni sentiva ancora il calore e la protezione di sua madre. Ogni mattina, Nerino si avventurava per le strade strette e acciottolate del borgo, esplorando vicoli e piazzette in cerca di cibo, ormai aveva imparato a contare solo su se stesso. Conosceva ogni angolo, ogni ombra, e ogni persone. Nonostante la sua vita difficile, Nerino era sempre pronto a tendere l’orecchio a nuovi suoni, a scrutare con curiosità ogni movimento intorno a sé. Aveva un cuore grande e una curiosità infinita. Un giorno, dopo un altra esplorazione incontrò un vecchio pescatore, seduto su una panchina di legno, che scrutava l’orrizonte. L’uomo, aveva capelli castani e scompigliati dal vento, gli occhi erano arrossati e con delle strane gocce che scendevano dalle sue paffute guance. La pelle era color marrone dorata mentre le sue braccia sembravano bucce di arancia. In quel momento con le sue dita fini e nodose stava sgranocchiando un pezzo di pane secco.

Be continued…

One-Time
Monthly
Yearly

Make a one-time donation

Make a monthly donation

Make a yearly donation

Choose an amount

€5.00
€15.00
€100.00
€5.00
€15.00
€100.00
€5.00
€15.00
€100.00

Or enter a custom amount


Your contribution is appreciated.

Your contribution is appreciated.

Your contribution is appreciated.

DonateDonate monthlyDonate yearly