La storia di Nerino pag 5

Reis conosceva bene le persone del villaggio e si muoveva disinvolto tra le bancarelle. Nerino vide che si fermò davanti a un fruttivendolo. ‘Come va oggi, Reis?’ chiese un giovanotto intento a sistemare la verdura. ‘Come tutti i giorni,’ rispose Reis.” Come tutti i giorni, la mattina era per lui una tragedia. Alzarsi era diventato un peso insopportabile. Le azioni mattutine si erano trasformate in una routine meccanica, prive di significato, tanto inutili quanto i gesti e le parole di circostanza. Quando era bambino, però, non era così. Non lo era nemmeno prima, prima che l’abisso lo inghiottisse. Allora si alzava ogni giorno con uno spirito diverso. Ogni giornata, ogni cosa, ogni odore erano nuovi per lui. “Vorrei un gelato, fresco e dolce come te, mamma,” ricordò, mentre ascoltava un giovanotto pieno di vita parlargli. Nel frattempo, Nerino, tra uno slalom e l’altro tra le gambe dei passanti, si avvicinò a Reis. L’uomo lo vide e, con un gesto istintivo e innocente, lo prese subito in braccio. “Ciao, caro amico mio,” sussurrò con un sorriso, sentendo un calore familiare scaldargli il cuore. Nerino lo guardò con occhi spalancati, sorpreso da quell’affetto spontaneo, così raro nella vita di un gatto randagio.”Che sorpresa vederti lontano dal tuo habitat,” continuò Reis, accarezzando il morbido pelo di Nerino. “Ci scommetto che sei affamato.” Il giovanotto, che stava osservando la scena con un misto di curiosità e stupore, si affrettò a cercare qualcosa da offrire al gatto. “Mi spiace,” disse poi, “non ho nulla che posso dargli, solo verdure.”Tranquillo, non importa,” rispose Reis con un sorriso splendente. “Gli comprerò qualcosa in una bancarella più avanti.” Con Nerino ancora tra le braccia, si diresse verso altre bancarelle, mentre il giovanotto li osservava allontanarsi, colpito da quella strana ma affettuosa compagnia.

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