Un amico a quattro zampe

La storia dell’amicizia tra un cane e una persona è antica quanto il mondo. Mi sono sempre chiesta da quando esiste questo amore eterno tra uomini e animali, come cani, gatti, pecore e altri, e perché si instaura. Leggendo, ho scoperto che questa amicizia risale a migliaia di anni fa. I cani, discendenti dai lupi, si sono evoluti insieme agli esseri umani nel corso dei millenni, sviluppando un legame e un’intesa molto forti. In questo contesto, i cani hanno ricevuto cibo e riparo, mentre gli uomini hanno ottenuto protezione e aiuto.

Questo legame mi ricorda una frase che uso spesso nella relazione con mio figlio: “Tu vuoi qualcosa, ma anche tu devi dare qualcosa.” Il rispetto reciproco e l’amore devono essere in equilibrio costante; entrambi devono contribuire e non solo chiedere. Stabilire questo equilibrio è difficile, soprattutto quando i bambini sono piccoli, ma il continuo spronarli e far loro capire questa linea di pensiero, attraverso non solo le parole ma anche i fatti, porterà i suoi frutti nel tempo. L’importante è iniziare subito, senza aspettare, perché è da piccoli che si impara e si comprende più facilmente.

Il film che più di tutti mi ha commosso è “Hachiko: A Dog’s Story”. Basato su una storia vera, racconta la vicenda di Hachiko, un cane giapponese della razza Akita che aspettò fedelmente il suo padrone alla stazione ferroviaria ogni giorno, anche dopo la morte di quest’ultimo. Questa storia di lealtà e amore incondizionato ha toccato il cuore di molte persone e rappresenta perfettamente il profondo legame che può esistere tra un cane e un essere umano.

Ma la mia domanda è sempre la stessa: perché? Perché succede? Lo vedo anche attraverso mio figlio. Il legame fra lui e il suo cane, Wolly (così lo ha voluto chiamare appena è arrivato a casa), è di un amore profondo. Wolly è sempre lì ad aspettarlo davanti alla porta quando torna da scuola. Lo sveglia al mattino saltando sul suo letto quando deve alzarsi. Lo guarda con quegli occhi profondi, cercando di percepire i suoi pensieri.

Questo rapporto mi fa riflettere sul fatto che c’è qualcosa di innato e universale in questa connessione, qualcosa di più antico. Si sono scelti molto tempo prima? Si conoscevano in una vita precedente? È stato il cane a trovare mio figlio o mio figlio a trovare il cane? Mi pongo queste domande perché non è sempre detto che un cane si affezioni a una determinata persona; spesso si pensa che l’affetto sia legato a chi gli dà da mangiare, bere e lo porta fuori. Ma con mio figlio non è così. Loro si cercano e basta. Giocano e basta. Wolly è sempre al suo fianco, non solo perché mio figlio è un bambino, ma penso perché è la sua altra metà dell’anima. Forse, in fondo, non siamo noi a scegliere i nostri compagni animali, ma sono loro a scegliere noi, riconoscendo in noi qualcosa che li attrae e li completa.

Laura R. And Christian N.

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